Seleziona una pagina

L’Approfondimento Scientifico dall’Università di Lisbona

Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Food, condotto da ricercatori dell’Università di Lisbona, ha esplorato l’impatto delle malattie e dei parassiti dell’olivo sul contenuto di polifenoli nell’olio d’oliva, sottolineando l’importanza di pratiche di difesa ecocompatibili.

Questo perché è fondamentale proteggere i propri olivi da tali malattie, ma è altrettanto importante farlo senza nuocere all’ecosistema e alla pianta stessa.

Riconoscere i Sintomi  

La lebbra dell’olivo, conosciuta anche come antracnosi, è una delle malattie fungine più gravi che colpiscono le piante di olivo.

 Questa malattia non coinvolge le foglie, ma le olive. Il fungo che ne è responsabile, Colletotrichum gloeosporioides, attacca le drupe, provocando tacche necrotiche scure che causano la caduta prematura o la mummificazione dei frutti sull’albero. Se non controllata, può ridurre la produzione fino al 50%, producendo un olio di scarsa qualità con alta acidità e colorazione rossastra.

Il Ciclo Biologico del Colletotrichum gloeosporioides

Per difendersi da una minaccia è necessario capire contro cosa si sta combattendo.

Presente in tutta Italia, il fungo trascorre l’inverno sui frutti mummificati o nei rami infetti. In primavera, le spore germinano e attaccano i fiori e i frutticini. Durante l’estate, il fungo rimane latente per poi riattivarsi in autunno, manifestandosi con tacche scure sulle drupe. Le infezioni secondarie si diffondono con le piogge autunnali, causando ulteriori perdite alla produzione.

Difesa dell’Olivo dalla Lebbra: Strategie Preventive e Pratiche Agronomiche

Le azioni preventive, la scelta di varietà tolleranti e l’applicazione di buone pratiche agronomiche sono fondamentali per controllare la lebbra dell’olivo. Tali pratiche servono a ridurre la carica di inoculo del patogeno e creare condizioni sfavorevoli alla sua diffusione. Vediamo ora gli step principali da seguire:

  1. Potatura: La rimozione e bruciatura dei rami infetti riducono l’inoculo e migliorano l’arieggiamento, diminuendo l’umidità e favorendo la penetrazione della luce solare.
  2. Irrigazione e Concimazione: Una irrigazione moderata e delle concimazioni azotate equilibrate mantengono un sano stato vegetativo delle piante.
  3. Varietà Resistenti: L’uso di varietà resistenti è una delle strategie più ecocompatibili, anche se attuabile principalmente in nuovi impianti. Varietà come Frantoio, Dolge Agogia, Pendolino e Leccino hanno mostrato una buona resistenza all’antracnosi.

Trattamenti Chimici e Soluzioni Ecocompatibili

Il rame rimane l’opzione chimica più efficace contro la lebbra dell’olivo, usato sia in prevenzione che in trattamento delle infezioni primarie e secondarie. Tuttavia, l’uso del rame è regolamentato per limitare gli effetti eco-tossicologici, con restrizioni sull’applicazione annuale.

Negli ultimi anni, si sono esplorate alternative chimiche ed ecocompatibili:

  1. Fungicidi Strobilurine: Come pyraclostrobin, trifloxystrobin e tebuconazolo, utilizzati in combinazione con il rame, hanno dimostrato efficacia nel ridurre l’incidenza della malattia.
  2. Biocontrollo: Popolazioni fungine epifitiche ed endofitiche isolate dalla fillosfera dell’olivo hanno mostrato capacità di biocontrollo nei confronti di C. acutatum.
  3. Estratti Naturali: Trattamenti a base di estratto di melograno hanno ottenuto una significativa protezione contro l’antracnosi, rappresentando una promettente soluzione ecocompatibile.

In conclusione, per proteggere efficacemente l’olivo dalla lebbra e preservare la qualità dell’olio, è fondamentale integrare strategie preventive, buone pratiche agronomiche e trattamenti fitosanitari, con un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale e alla qualità del prodotto finale.