Unaprol-Consorzio olivicolo italiano, comunica che l’Italia torna il secondo Paese al mondo per la produzione di olio di oliva.
Al primo posto troviamo la Spagna, con quasi 1.3 milioni di tonnellate di olio id oliva, anche se in cal rispetto alla scorsa campagna olivicolo-olearia.
Anche se l’Italia è in crescita del 15% da Febbraio, tuttavia è ancora molto lontana dal suo potenziale produttivo massimo.
Infatti la produzione italiana di olio di oliva è passata da 674mila tonnellate nella campagna 1991-92 a 315mila nella campagna 2021-22: un dato che conferma la tendenza degli ultimi dieci anni durante i quali la punta massima è stata pari a 475mila tonnellate, prodotte nella campagna 2015-20.
Sempre secondo il Coi, la Grecia è scesa dal secondo al quinto posto, sorpassata dalla Tunisia (+71,4% attestandosi a 240mila tonnellate di prodotto) e dalla Turchia (da 210 a 228mila tonnellate (+8,3%).
Anche Marocco e Portogallo accrescono la loro produzione, con una percentuale di crescita pari a +20% e +39%.
«Questi dati – commenta il presidente di Unaprol, David Granieri – ci fanno riflettere sugli enormi progressi registrati negli ultimi dieci anni da Paesi come Tunisia, Turchia e Portogallo.
Abbiamo perciò il dovere morale di di incrementare la nostra produzione per aumentare la quantità di olio 100% italiano di qualità, un In tal senso occorre sfruttare al massimo lo stanziamento di 30 milioni di euro per la nascita di nuovi oliveti o il rinnovo di quelli già esistenti».
Un olio che tramanda la ricchezza della nostra terra.